Senza peli sulla lingua Mario Giordano che in diretta tv a ‘Fuori dal Coro’ se l’è presa col mondo politico dopo le Regionali in Sardegna.
Arrivato anche il commento di Mario Giordano sulle recenti vicende del mondo politico. In particolare sulle Regionali in Sardegna che hanno visto la candidata del campo largo M5s-Pd, Alessandra Todde, vincere contro Paolo Truzzu, del centrodestra. Il conduttore di ‘Fuori dal Coro’ ha dedicato alcuni momenti proprio al “fallimento” di Meloni e Salvini nell’Isola.
Mario Giordano sulle Regionali in Sardegna
“In Sardegna il centrodestra ha candidato alle Regionali il sindaco di Cagliari”, ha esordito Giordano. “Il centrodestra perde le Regionali perché il sindaco di Cagliari perde soprattutto nella sua Cagliari. Una sconfitta clamorosa. Ma ora dico: caro Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, sei stato cinque anni ad amministrare la tua città e non ti sei accorto che i tuoi cittadini non ti volevano vedere neanche dipinto? Che avrebbero votato un paracarro piuttosto di votare te. E non te ne sei accorto? Ma dove vivi?”, ha aggiunto ancora il conduttore di ‘Fuori dal Coro’ parlando apertamente e direttamente verso il primo cittadino del capoluogo sardo.
La frecciata a Meloni-Salvini
Ma il discorso del presentatore si è poi spostato sulle scelte del centrodestra che ha “litigato” sul candidato in Sardegna.
Nello specifico Giordano ha fatto riferimento alle querelle tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini: “E dove vivono soprattutto quelli che ti hanno candidato perché sono stati lì settimane a discutere: ‘il mio candidato è meglio del tuo’. E poi ha vinto quello della Meloni che sembrava meglio di quello di Salvini. Ma evidentemente non abbastanza perché il centrodestra ha conquistato molti voti di lista ma non è stato votato proprio quel candidato lì. Evidentemente era stato scelto male ma non se ne sono resi conto. Erano troppo impegnati a trattare, a discutere e a litigare. Come sono tuttora impegnati a fare sulla Basilicata, il Veneto, l’Abruzzo… sul primo mandato, il secondo mandato e il terzo mandato. Alla fine, però, vi ci hanno mandato…“.